mercoledì 10 gennaio



IL GUANTO MULTISENSORIALE
servizio di Carlo Carione


E' così, dalle idee sviluppate a "Villa San Giovanni", il centro di riabilitazione di Angri (Salerno) dove ha sede la Fondazione Peppino Scoppa, si passa alle fasi di ricerca applicata, che in questo periodo stanno interessando un particolare guanto.
Abbinato ad un tappeto sensibile, il guanto permette - mediante la manipolazione di oggetti specifici - la emissione di suoni che potrebbero definire localmente le proprietà dell'oggetto, fare avvenire altre modificazioni ad hoc a rispondere con un particolare stimolo quando si tocca una determinata parte del corpo.
"Questo guanto multisensoriale - spiega Angelo Rega, Intelligent System Lab, "Federico II", Napoli - nasce con l'idea di essere uno strumento che si va ad integrare nelle pratiche riabilitative di tipo cognitivo. Tutto questo apparato serve per catalizzare l'attenzione dei pazienti nelle pratiche terapeutiche. Il sistema, sebbene ingegneristicamente sia molto semplice, lascia al terapeuta una varietà di possibilità da integrare all'interno della terapia perché si possono utilizzare tutti gli oggetti che sono presenti all'interno della stanza e che vengono "taggati" con particolari sensori".
Sviluppato con la supervisione del professor Orazio Miglino, del dipartimento di scienze relazionali dell'università "Federico II" di Napoli, lo studio sul nuovo guanto multisensoriale - strumento che in futuro potrà aiutare il terapeuta ad utilizzare tutti gli stimoli di cui ha bisogno - è stato portato avanti utilizzando anche supporti tecnologici non particolarmente sofisticati.
"La comunicazione - precisa Angelo Rega - è di tipo wireless senza fili basata su un comunissimo protocollo bluethoot. Tutto questo permette di utilizzare il guanto con tutti i computer tradizionali che sono dotati di periferica bluethoot o che comunque possono essere dotati attraverso delle comunissime periferiche usb che sono anche di basso costo. Una cosa molto importante è che se fino ad adesso lo strumento di riabilitazione hardware e software che veniva utilizzato all'interno della pratica terapeutica era comunque di natura statica, in questo caso stiamo parlando di qualcosa di vivo ed interattivo, dove il soggetto che fa parte di questa scena terapeutica è in grado, appunto, di interagire con la scena, di toccare degli oggetti e di fare avvenire delle modificazioni. Questo è di fondamentale importanza per la catalizzazione di questa estensione e per la stimolazione del soggetto stesso".